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Siva-tattva
SIVA-TATTVA
(Olanda, 3 luglio, 1997) - Lezione di Srila Bhaktivedanta Narayana Maharaja
Prima di tutto vorrei offrire con tutto il cuore i miei dandavats pranams ai piedi di loto del mio gurudeva, nitya lila pravista om visnupada Sri Srimad Bhaktiprajnana Kesava Gosvami Maharaja, e allo stesso modo offro i miei dandavats pranams ai piedi di loto del mio siksa guru, nitya lila pravista om visnupada Sri Srimad Bhaktivedanta Swami Maharaja. Oggi parleremo del Signore Siva.
Sri Narada andò da Sankara, il Signore Siva, e lo glorificò così: "Tu sei molto vicino e caro a Krsna. Non solo questo, tu sei Krsna stesso; tu sei uguale a Lui. Tu puoi dare moksa, la liberazione, ed anche Krsna-prema." Sentendo Narada che lo glorificava in molti modi, Sankara si arrabbiò e disse: "Le tue glorificazioni sono tutte false. Io non sono molto caro a Krsna, - affatto - ma vorrei esserLo. Vorrei essere il diletto di Krsna, in realtà però non lo sono. Ho fatto molte cose contro di Lui."
Sankara aveva compiuto apparentemente molte azioni contro Krsna, come ad esempio dare una benedizione a Ravana, e altre azioni contrarie alla Krsna-bhakti. Egli disse a Narada: "Sai, mio caro ragazzo, quello che nessun altro è in grado di svolgere in questo mondo, Krishna ne affida a me il compito." Quando i deva frullarono l'oceano, all'inizio si ricavò del veleno, un potentissimo veleno. Era molto pericoloso e dovuto ad esso il mondo intero stava bruciando. I deva avvicinarono Krishna che disse loro di adorare Sankara e chiedergli di ingoiare quel veleno. Così essi adorarono Sankara e poi chiesero: "Oh Sankara, salvaci! Nessun altro può salvarci." Sankara immediatamente prese quel veleno e lo bevve. Egli se lo mise in bocca, ma non volle farlo scendere nello stomaco. Questo perchè egli vedeva Krishna presente nel suo cuore e il veleno Lo avrebbe potuto toccare. Perciò egli se lo tenne in gola. La sua gola bruciò e perciò divenne blu.
In Kali-yuga tutti volevano adorare Krishna, Dio, pensando: "Egli appagherà tutti i nostri desideri. Semplicemente adorando Krishna o una Sua incarnazione, Egli sarà compiaciuto e soddisferà i nostri desideri materiali." In questo modo tutti cominciarono ad adorare; non per il piacere di Krishna, ma solo perchè desideravano che Lui provvedesse a tutti i loro bisogni. Quindi Krishna pensò: "Questa è una cosa molto pericolosa." Egli chiamò Sankara e disse: "Tu devi dire a tutti i falsi devoti, che Tu stesso sei Brahman. Brahma satyam jaganmitya jiva brahma evanapara. Devi dire che questo mondo è falso, che la jiva è Siva, che la jiva è Brahman, che tutte queste anime sono Brahman. Non c'è bisogno di adorare qualche altro Dio. Tu sei Dio. Tu sei Paramabrahma."
Sankara rispose: "Puoi cortesemente dire a qualcun altro di farlo Io non sono qualificato a svolgere questo servizio." Krishna replicò: "No, devi farlo tu. Nell'intero mondo non vedo nessun altro qualificato a fare questo."
Sankara concluse dicendo a Narada: "Alla fine ho dovuto accettarlo, e ho predicato dappertutto, 'Tu sei Brahman, tu sei Brahman, tu sei Brahman. Il mondo è falso.' Ora, io sono molto dispiaciuto per questo. Perchè sto facendo diventare così offensive tutte queste jive Questa è un'offesa, lo so. Ma ciò nonostante, per eseguire gli ordini di Krishna, lo faccio. A volte Krishna mi ordina di fare queste cose, io non sono il Suo caro."
"Inoltre tu sai che mi spargo sempre il corpo della cenere dei crematori e mi adorno di teschi. Io ho trigunas, tre qualità: sattva, raja e tama. Tutti i miei associati sono come bhuta (fantasmi) e pisaci (streghe). Perciò, in realtà, non sono qualificato per essere il diletto di Krishna."
Narada allora rispose: "Prabhu, non imbrogliarmi. Io ho della conoscenza. Ho sentito dire che i nemici di Krishna e dei Pandava, o i nemici di qualsiasi bhakta, ti adorano e tu gli dai delle benedizioni. Ma quelle benedizioni non sono infallibili. Vi sono sempre delle mancanze. In realtà tu li imbrogli per far piacere al tuo Krishna. Lo so. Qualsiasi cosa fai, tu lo fai per il piacere di Krishna. Tu sei il più caro amico di Krishna."
Nel Mahabharata si parla di un re chiamato Jayadratha, che era il cognato di Duryodhana. Duryodhana aveva dato in sposa sua sorella, Dushala, a Jayadratha e quindi, in un certo senso, egli era anche il cognato dei Pandava. Una volta Jayadratha cercò di prendersi Draupadi come moglie e la mise a forza sul suo carro. In lacrime lei gli disse: "Io sono la moglie dei Pandava. Se vengono, ti puniranno e ti uccideranno." Tuttavia Jayadratha era talmente arrogante da non sentire neppure quello che lei disse. Nel frattempo Narada andò dai Pandava dicendogli: "Oh, ho visto Jayadratha portar via Draupadi che piangeva" Immediatamente Bhima e Arjuna si lanciarono all'inseguimento e Jayadratha li vide avvicinarsi molto velocemente. Bhima abbandonò il suo carro e cominciò a correre più veloce dei cavalli di Jayadratha. Arjuna disse a Bhima: "Sto per fermare ed uccidere Jayadratha. Tu dovresti prenderti cura degli altri Pandava." E così dicendo prese l'arco e con le frecce creò un fuoco che circondò il carro di Jayadratha. Jayadratha era prigioniero di quel fuoco e non poteva muoversi. Immediatamente Arjuna e Bhima lo arrestarono, lo legarono al carro e lo portarono dove Yudhisthira viveva con Draupadi e gli altri.
Bhima disse a Yudhisthira: "Voglio ucciderlo io. Per favore, ordinami di ucciderlo." Anche Arjuna disse: "Jayadratha ha commesso un'offesa; dovrebbe essere ucciso." Yudhisthira disse: "Dovremmo sottoporre il caso a Draupadi e faremo ciò che lei ordinerà" Questo perchè Draupadi era stata rapita da Jayadratha. Quindi tutti andarono da Draupadi e misero Jayadratha ai suoi piedi. Draupadi ora era molto misericordiosa. Benchè Bhima ripetutamente dicesse: "Voglio ucciderlo immediatamente", Draupadi disse loro: "Non uccidetelo. Perdonatelo, perchè lui è nostro cognato. Se lo uccidete vostra sorella rimarrà vedova e piangera per sempre."
Le mogli indiane sono sempre molto caste. Possono donare la loro vita per i mariti. I mariti possono lasciarle o divorziare da loro, ma queste donne non lasceranno mai i loro mariti. Rama lasciò Sita, ma Sita non lasciò mai Rama. Questa è la cultura Vedica indiana e noi dobbiamo cercare di seguirla perchè Srila Svami Maharaja voleva che lo facessimo. Marito e moglie devono aiutarsi reciprocamente. Non devono mai pensare: "Lascerò mio marito." Prima di tutto seguite il Varnasrama Dharma e poi la bhakti verrà. Quando sarete maturi allora potrete decidere se lasciare o non lasciare, non ci sarà alcun danno. Ma per ora dovreste cercare di seguire il Varnasrama Dharma. Srila Svami Mahraja voleva questo. Alcuni devoti non lo stavano seguendo ed egli era preoccupato. Uomini e donne dovrebbero essere così: molto casti. Potete anche morire, non c'è problema, perchè la vostra anima non morirà mai. Tuttavia, se l'anima è stata data a qualcuno, dovete essere casti così. Altrimenti potrete anche abbandonare Krishna. Quindi dovete fare pratica qui. Fate il voto che: "Nella mia vita non divorzierò mai, non lascerò mai mio marito (o mia moglie)." Allora sarete casti e non lascerete mai Krishna. Oggigiorno è molto facile lasciare Gurudeva e prenderne uno nuovo, come fanno le donne occidentali. In un secondo, per niente, loro possono cambiare marito. Anche se sarà un problema per i loro figli, loro sono abituate ad agire in quel modo. Noi dovremmo cercare di cambiare questa tendenza.
Così Draupadi disse: "Vostra sorella rimarrà vedova e piangerà per tutta la vita."Bhima e Arjuna volevano il parere di Krishna: "Che cosa dobbiamo fare Abbiamo promesso di uccidere Jayadratha e ora Draupadi ci sta dicendo che dovremmo perdonarlo." Krishna rispose: "Se un uomo è molto rispettato, ma si merita una punizione, allora dev'essere disonorato, questo equivarrà alla morte." Arjuna allora gli rasò la testa, mantenendo solo cinque ciuffi, rasò un lato della testa lasciando l'altro lato rasato a metà. Questo sistema è praticato in Francia e oggigiorno è diventato di moda. Ma per Jayadratha era un insulto che lo colmava di vergogna.
Quando Bhima e Arjuna lo liberarono, Jayadratha pensò: "Sarebbe stato meglio morire che vivere così." e promise: "In qualche modo mi vendicherò." Perciò non andò a casa. Si recò invece a Kailasa e lì eseguì molte severe ascesi. Dopo qualche mese rinunciò al cibo, all'acqua e ad ogni altra cosa, stava quasi per morire.
In quel momento arrivò Sankara che gli chiese: "Cosa vuoi" Jayadratha rispose: "Voglio vendicarmi dei Pandava. Voglio sconfiggerli e ucciderli."
Sankara disse a Jayadratha: "Puoi sconfiggere i Pandava una sola volta, e solamente Yudhisthira, Bhima, Nakula e Sahadeva, ma non Arjuna."
Jayadratha rispose: "Se non puoi darmi una benedizione che mi soddisfi appieno, allora dammi la benedizione che nè Arjuna nè qualsiasi altra persona possa uccidermi."
Sankara replicò: "Se qualcuno ti ucciderà e ti taglierà la testa, allora, se essa cadrà al suolo, quella persona che farà cadere la tua testa dovrà morire immediatamente. La tua vita sara salva e la tua testa sara ricongiunta di nuovo al tuo corpo. Se la tua testa giunge da tuo padre e tuo padre la lascia cadere a terra, allora tu resterai morto. Altrimenti no. Se qualcuno ti ucciderà per centinaia e migliaia di volte, tu non potrai essere ucciso. Tuttavia, se tuo padre lancerà la tua testa da qualche parte, allora tu morirai."
Jayadratha era soddisfatto. Egli pensò: "Mio padre non farà mai questo!" Tuttavia, quando si combattè la guerra del Mahabharata, in qualche modo Arjuna tagliò la testa di Jayadatha con le sue frecce. Era sera, il sole stava tramontando e suo padre stava facendo arpana al dio del sole (offrendo dell'acqua). Nel frattempo Arjuna lanciò la testa di Jayadratha tra le mani di suo padre. Senza pensarci suo padre la gettò a terra, aprì gli occhi e disse: "Cos'è questa cosa umida" Ma ormai non era più tra le sue mani. Ora vedeva che quella era la testa di suo figlio cominciò a lamentarsi: "Oh figlio mio, figlio mio! Ora tu sei morto." Quindi, se Sankara dà una qualsiasi benedizione ai nemici dei devoti di Krishna, c'è sempre qualche falla. Egli è molto astuto e serve sempre Krishna.
C'era un grande demone chiamato Tripurasura, che aveva eseguito severe austerità per soddisfare Sankara. Quando Sankara arrivò, Tripurasura gli chiese: "Voglio la benedizione di poter costruire tre vimana, aereoplani. Dovranno essere diretti solo dalla mente, in modo che, quando ordino loro di andare in paradiso, essi vi andranno. Non dovranno essere come le macchine di oggi. Dovranno fare quello che io desidero. In estate dovranno avere l'aria condizionata. Se ci sono due uomini seduti, allora dovranno esserci solo due posti a sedere. E se io voglio viaggiare sugli aeroplani con centinaia di migliaia di persone, allora dovranno attrezzarsi con centinaia di migliaia di posti a sedere. Non devono mai cadere a causa di guasti meccanici. Mai. Saranno fatti di oro, rame e argento e saranno equipaggiati con ogni sorta di armi."
Dopo aver ottenuto la sua benedizione, Tripurasura cominciò a combattere contro Sankara. Sankara fuggì e si rifugiò da Krishna. Tripurasura aveva anche un khupa, un pozzo, e quel pozzo era pieno di nettare dell'immortalità. Se qualcuno cercava di ucciderlo, egli poteva immediatamente bere quel nettare e così non poteva morire. Sankara era molto preoccupato. Poichè era un continuo guerreggiare tra lui e il demone, egli prese rifugio ai piedi di loto di Krishna. Allo scopo di salvarlo, Krishna, nella forma di Visnu, diventò una mucca. Quella mucca bevve tutto il nettare dal pozzo, dopodichè Sankara fu in grado di uccidere Tripurasura e gli altri demoni. Possiamo constatare che Sankara dà benedizioni persino ai suoi nemici, sapendo che Krishna lo salverà.
Quindi non abbiate alcun timore. Krishna vi salverà se voi vi state offrendo a Lui. Egli ha promesso: "Sarva dharma parityaja mam ekam saranam vraja, aham tvam sarva papebhyo moksayisami ma sucah." Se voi date le vostre responsabilità, la vostra intelligenza, i vostri sensi, ogni vostra cosa a Krishna, Egli si prenderà tutte le responsabilità per voi. Non abbiate paura. Non avrete nessuna sofferenza o dolore di alcun genere. Arjuna ha ucciso centinaia di migliaia di soldati, ma non ha dovuto prendersi nessuna reazione per quello. (In altre parole egli non ha dovuto soffrire per i risultati delle sue azioni). Ajamila fece molte cose sbagliate, ma anche lui non ha dovuto ricevere le reazioni. Egli andò a Vaikuntha. Perciò, dovete cercare di dare tutte le vostre responsabilità, il Varnasrama Dharma e tutto il resto a Krishna e sarete felici per sempre. Allora potrete entrare nella bhakti. Altrimenti no.
Sankara sta sempre servendo Krishna. Narada lo sa, ma voleva glorificare Sankara così che tutti sapessero che egli è molto vicino e caro a Krishna e non è differente da Lui. Come "Saksad haritvena samasta sastrair uktas tatha bhavyata eva sadbhih kintu prabhor yah priya eva tasya vande guroh sri caranaravindam". Qui saksad haritvena indica priyatvena haritvena. Egli è molto vicino e caro. "Vaisnavanam yata sambhu."
La Sankara-tattva è molto complicata. La Brahma-tattva non è così complicata, Brahma resta sempre una jiva-tattva. A volte, quando non ci sono jive qualificate, Visnu stesso appare come Brahma. Ma Sankara non è così. Lui non è mai jiva-tattva. E' Acintyabhedabeda. Dove vive Oltre Brahmaloka. Dopo aver oltrepassato gli otto tipi di coperture materiali, dopo aver attraversato Viraja, Muktidhama, Mahakalapuram e quindi Brahmaloka, si trova il loka o pianeta di Sankara. Lì lui è conosciuto come Sadasiva, ed è un Visnu-tattva. Se per qualche ragione, viene messo qualcosa di aspro nel latte, diventa yogurt. Lo yogurt non è nient'altro che latte. In esso ci sono tutte le potenze che ci sono nel latte, come il ghee e gli altri derivati del latte, ma non è latte. Il latte può diventare yogurt, ma lo yogurt non può diventare latte. Sankara è così. Egli non è una jiva ordinaria. A volte, ma molto raramente, potrebbe esserci un motivo per cui Sadasiva non può scendere in questo mondo; ad esempio se è impegnato nel suo pralaya, la distruzione dell'universo, o qualche cosa del genere. In quel caso delle jive qualificate possono operare come Siva; temporaneamente, ma non permanentemente. Quindi dovreste sempre cercare di onorare Sankara.
Posso raccontare alcuni passatempi di Sankara tratti dallo Srimad Bhagavatam e dallo Skanda Purana. Quando Rama stava costruendo il ponte per andare a Sri Lanka con i suoi centinaia di migliaia di soldati, egli installò una Siva-linga di Ramesvara. Quando fu installato tutti i maschi glorificarono Sankara, gridando: "Ramesvara Ki Jayaho! Ramesvara Ki Jaya!" Essi gridavano Ramesvara, Rama Isvara: "Tu sei Isvara; tu sei il dio di Rama." Pronunciavano il nome Ramesvara in questo modo. I deva non erano felici o soddisfatti di questo. Essi dissero: "Ramas ca asau isvarah. Rama è Dio e anche Sankara è Dio. Sono entrambi uguali." Ascoltando ciò, la Sankara-sila si ruppe. Sankara fuoriuscì da essa e disse loro: "Voi siete tutti sciocchi; voi non conoscete la mia tattva. Rama è il mio Dio e questo è il motivo per cui sono chiamato Ramesvara."
La gente comune generalmente non sa niente, pertanto pensa che Ramesvara significhi che Sankara sia il Dio di Rama e che Rama è controllato da Sankara. I deva erano dell'opinione che Rama e Sankara fossero identici, che entrambi fossero Dio. Ma Siva, Sankara stesso, disse loro: "Io non sono il Dio di Rama. Rama è colui che amo ed è il mio Dio." Sankara è chiamato Ramesvara per questo. Egli stesso disse questo.
Nello Srimad Bhagavatam sta scritto che una volta Sankara andò al concilio di Prajapati Daksa, e tutti stavano onorando Daksa. Daksa Prajapati aveva dato sua figlia in sposa a Sankara, quindi pensava che il Signore Siva fosse come suo figlio. Egli offrì pranama a Brahma perchè era suo padre, ma non a Sankara. Tutti onorarono Daksa eccetto Sankara, che se ne stava seduto e cantava: "Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna Hare Hare, Hare Rama Hare Rama, Rama Rama Hare Hare." Daksa Prajapati si sentì insultato, maledisse il Signore Siva e molti incidenti accaddero in seguito a questo. Sankara ritornò a Kailasa. Da quella volta Daksa pensò che Sankara fosse suo nemico, ma Sankara non lo pensò mai.
Un giorno, in Treta-yuga, Sati e Sankara andarono nella foresta di Dandakaranya. Era il periodo in cui Rama, obbedendo all'ordine del padre, il re Dasaratha, si era recato nella foresta per 14 anni con Sita e Laksmana. Ravana aveva rapito Sita e l'aveva portata a Lanka. Rama stava perciò piangendo molto e Laksmana cercava di rappacificarLo. Tuttavia, più Laksmana cercava di rappacificarlo, più Egli piangeva. Egli domandava agli alberi di Pancavati: "Oh Pancavati! Avete visto Sita Dov'è andata O cervo, hai visto Sita" Piangendo amaramente chiedeva al fiume Godavari: "Oh Godavari, hai visto la Mia cara Sita Dov'è andata Perchè mi ha lasciato" Rama era come impazzito per la separazione.
Sankara arrivò con Sati nella foresta di Dandakaranya per vedere i divini passatempi di Rama e per avere il suo darsana. Sankara si commosse molto e il suo cuore si stava sciogliendo. Egli offrì sasthang-pranama (omaggi compiuti con tutte le otto parti del corpo che toccano il suolo) a Rama e lo glorificò dicendo: "Oh, questi passatempi sono talmente belli e meravigliosi che ogni cuore si scioglierà nel vederli." Poi fece parikrama da molto, molto lontano, piangendo: "Oh questi passatempi sono meravigliosi." Quando fece il suo pranama finale ed era pronto a ritornare a Kailasa, Sati domandò: "Mio amato, a chi stai facendo pranama" Sankara disse a Sati: "Rama è la mia isthadeva. » la mia adorabile divinità. Io lo adoro sempre." Lei disse a suo marito: "Perchè Io vedo Rama come un uomo comune che piange per sua moglie. Persino io so dov'è Sita, ma Lui non lo sa e sta piangendo! Non è forte abbastanza per riprendersi Sita Lui è molto debole, pertanto dev'essere un uomo, non Dio. Perchè Gli stai offrendo pranama Chi è Lui" Sankara rispose a Sati: "Tu sei ignorante, non sai che Lui è il Signore Supremo." Lei non aveva fede e non ci credeva. Sankara disse allora a Sati di metterLo alla prova in un qualche modo.
Sankara si allontanò da lì e si mise a riposare sotto un albero baniano. Sati cambiò la sua forma per sembrare Sita e andò là dove Rama stava cercando Sita, mettendosi di fronte a Rama. Rama stava piangendo: "Oh Sita, dove sei, dove sei" Sati aveva pensato: "Se appaio dinanzi a Rama come Sita, Egli mi guarderà e immediatamente verrà e mi abbraccerà dicendo: "Oh, ho trovato la Mia Sita." E sarà felice." Ma Rama ignorava Sati. Ripetutamente lei si mise di fronte a Lui, tuttavia Egli si girava da un'altra parte. Infine le disse: "Madre, perchè stai girovagando qui da sola Dov'è Sankara" Sati si meravigliò di come Rama sapesse chi lei fosse in realtà. A quel punto ebbe paura e fece pranama a Rama. Allora vide che gli alberi, gli arbusti, e tutto ciò che la circondava, era tutto diventato Rama e Sita. Ovunque guardasse, di qua o di là, in ogni luogo, vedeva solamente Sita Rama, Sita Rama, Sita Rama. Rama mostrò questo a Sati: "Sita non è mai separata da Me, lei è sempre con Me. Sto facendo questo passatempo per tutti gli esseri umani, così essi ricorderanno i Miei lila." Sati disse: "Sankara non può mai ignorare nulla. Egli era nel giusto ed io nell'errore. " Dopo che Sati offrì pranama e si rimise in piedi, vide che ora Rama era lì da solo con Laksmana e stava ancora piangendo: "Oh Sita, dove sei, dove sei"
Sati allora tornò da Sankara che aspettava sotto l'albero baniano, e lui le domandò: "Lo hai messo alla prova per vedere chi è" Sati rispose: "Prabhu, che cosa posso fare Ti ho creduto e non L'ho messo alla prova." Disse di nuovo una bugia. Dovete avere sempre fede nel vostro Guru. Sankara era il Guru di Sati, ma lei non gli aveva creduto quando le aveva detto che Rama è il Signore Supremo. Se un discepolo non obbedisce al suo Gurudeva, che cosa succederà La sua bhakti e la sua vita spirituale diminuiranno. Non dite nessuna bugia al vostro Gurudeva. Mai, mai. Altrimenti, di nuovo andrete all'inferno. Lei mentì a Sankara dicendo: "Io non L'ho messo alla prova." Ma Sankara vide nella sua meditazione che lei Lo aveva messo alla prova e vide come si era trasformata in Sita. Sankara pensò: "Lei ha preso la forma di Sita, che è mia madre. Di conseguenza lei non è mia moglie; ora lei è mia madre. Adesso io la tratterò sempre come mia madre." Quando egli fece questo voto, i deva immediatamente riversarono fiori dal cielo e lo elogiarono: "Hai fatto una promessa meravigliosa!" Sati chiese a suo marito: "Che promessa hai fatto" Ma egli rimase silenzioso e non disse mai nulla.
Quando tornarono alla loro dimora a Kailasa, Sankara assegnò a Sati un seggio di fronte a lui. La moglie può sedere alla sinistra del marito e la madre siede sempre di fronte, come un Guru. Nello stesso modo, un discepolo non dovrebbe offrire pranama al suo Gurudeva rimanendo alla sua sinistra. Il discepolo deve sempre sedere di fronte al suo Gurudeva e porre delle buone domande con onore. Se un discepolo non fa questo, non è un discepolo. Deve porre qualche domanda e non rimanere sempre in silenzio. Deve servire e domandare al Guru. Tad vidhi pranipatena pariprasna. Le domande devono essere poste non come una sfida, ma per conoscere qualcosa. Così Sankara assegnò a Sati un seggio in fronte a lui. Sati pensò: "Sankara mi ha lasciato. Mi sta trattando come se fossi sua madre perchè io ho preso la forma di Sita. In questo corpo egli non mi accetterà più come sua moglie, perciò dovrò lasciare questo corpo." Dopo qualche tempo, Sankara andò in trance per centinaia di migliaia di anni. Sati sentiva molto la separazione ed era molto infelice. Era pronta a lasciare il suo corpo.
Un giorno, dopo che Sankara era tornato alla coscienza esterna, Sati vide che molte dee stavano andando al palazzo di suo padre, Daksa, poichè là si doveva compiere un grande sacrificio. Stavano andando anche le figlie di Daksa, il quale aveva invitato tutti ad eccezione di Sankara. Anche Sati voleva andare, ma prima lei chiese a Sankara. Lui rispose: "Una donna può andare senza invito a vedere il suo Gurudeva, o suo padre o sua madre, ma se un padre pensa che il marito di lei sia suo nemico, allora la moglie non deve andare a vederlo. Tu sai che tuo padre pensa a me come suo nemico benchè io non abbia neanche mai pensato una cosa del genere. Allo stesso tempo non posso ordinarti di non andar lì. Devi decidere tu." Sati lasciò il palazzo e andò a casa del padre e lì vide che Prajapati Daksa stava disonorando Sankara. Immediatamente divenne furiosa e lasciò il suo corpo bruciandolo fino a cenere, con l'aiuto di un fuoco venuto dal suo cuore. Qui vediamo che l'isthadeva di Sankara è Rama, e poichè Sati prese la forma di Sitadevi, egli la lasciò. Perciò egli è un casto vaisnava, sempre occupato nel servizio.
Non dovete avere alcun dubbio riguardo il vostro Gurudeva. Dovete metterlo alla prova prima di ricevere diksa (seconda iniziazione) e dopo l'iniziazione dovete avere una fede molto ferma in lui. Non lasciatelo. Se è un madhyama adhikari e non è molto qualificato, allora potete andare da un siksa-guru, con il permesso del vostro Gurudeva. Egli deve dare il permesso. Se egli non dà il permesso, allora non è un puro devoto. Non c'è differenza tra il siksa-guru e il diksa-guru. Sono entrambi la stessa cosa. A volte il siksa-guru può essere più elevato e a volte è il diksa-guru più elevato. Non c'è problema. Se il guru non conosce tutto il siddhanta, ma è un Vaisnava con una fede ferma in Krishna, drdha-sraddha, allora non lasciatelo. Servendolo ed onorandolo, potete andare da un siksa-guru, ma dovete onorarlo. Tuttavia, se egli è offensivo verso il suo Gurudeva, se non sta seguendo la linea della bhakti, se ha molti attaccamenti sbagliati ed è caduto, allora lasciatelo immediatamente. Quel guru non vi può aiutare e vi creerà tanti problemi. Quindi lasciate quel guru per sempre e accettate una nuova iniziazione da qualsiasi guru autentico che può darvi questa bhakti e portarvi da Krishna.
Tutte le buone qualità si trovano in Sankara. Sri Sanatana Gosvami ha scritto che alcuni Vaisnava non osservano Siva Caturdasi. Nel Hari Bhakti Vilasa egli ha scritto che i vaisnava devono onorare Sankara e devono osservare quella data. Io la osservo. Io conosco Sankara, perchè nella sua forma di Bankandi Mahadeva a Vrindavana egli era l'amico di Sanatana Gosvami. Bankandi Mahadeva proviene da Gopisvara. Conoscete questa storia
Quando Sri Sanatana Gosvami diventò vecchio, Sankara gli disse: "Ora sei vecchio. Non devi venire a vedermi tutti i giorni, perchè vieni da molto lontano." Sanatana Gosvami rispose: "Io devo venire. Non posso cambiare questa abitudine." Allora Gopisvara Mahadeva disse: "Allora farò in modo di venire io molto vicino a te, come Bankandi Mahadeva." Egli così divenne Bankandi Mahadeva e si stabilì molto vicino al tempio di Madana Mohana. Srila Sanatana Gosvami è anche il caro amico di Cakralesvara Mahadeva a Govardhana. Egli era solito stare con Sankara anche a Kamyavan, dove è conosciuto come Kamesvara. Sanatana Gosvami non può stare senza Sankara.
Come Nandisvara, Sankara è diventato la montagna di Nandagaon. Egli ha voluto che tutti i passatempi di Krishna fossero compiuti sulla sua schiena. Per quanto riguarda Brahma, egli è diventato Brahma-parvata a Varsana. Poichè è molto vicino a Radhika egli è perciò il nostro Gurudeva. Quindi queste sono le tattva. Noi dobbiamo cercare di onorare Sankara come un parama-vaisnava e come un Guru. Non disonoratelo. Non dobbiamo adorarlo separatamente, ma possiamo osservare Siva Caturdasi e glorificarlo in relazione alla sua relazione con Krishna. Dobbiamo offrirgli pranama con preghiere come: Vrindavanavani-pate! jaya soma soma maule sanaka-sanandana-sanatana-naradedya gopisvara! vraja-vilasi-yugangri-padme prema prayaccha nirupadhi namo namaste
"O custode di Vrindavana! O Soma, tutte le glorie a te! Tu hai la fronte decorata con la luna e sei adorato dai saggi capeggiati da Sanaka, Sanandana, Sanatana e Narada! O Gopisvara, desiderando che tu mi conceda quel prema per i piedi di loto di Sri Sri Radha-Madhava, i Quali compiono gioiosi passatempi in Vraja-dhama, ti offro ripetutamente i miei pranama."
Sankara sta dicendo a Narada che Prahlada Maharaja è superiore a lui. Perchè Perchè è astuto. Fa questo solo per dare qualcosa alle persone mondane. In realtà, Prahlada non può andare a Vrindavana, ma Sankara, come Gopisvara, vi risiede. Con la forma di Hanuman, Sankara è sempre con Rama. Con la forma di Bhima, è con Krishna. Quando Hanuman e Bhima si combinano in Kali-yuga, diventano Madvacarya, il Guru della nostra Sampradaya.
Perciò Sankara serve in tanti modi, e noi dovremmo sempre onorarlo come il nostro Guru. Lui è centinaia di migliaia di volte superiore a Prahlada perchè conosce e medita sugli asta-kaliya-lila. Anche Parvati medita sugli asta-kaliya-lila. Ciò è molto segreto, ma entrambi lo fanno. Sebbene Sankara sia di gran lunga superiore e venerabile di Prahlada, tuttavia egli dice che Prahlada è superiore. Perchè Ci sono alcune ragioni che spiegherò più tardi.
Gaura Premanande! Hari, Hari Bol!
Devoto: Nella Gita Krishna dice:" Tra tutti i Rudra, io sono Sankara."
Srila Narayana Maharaja: Qui Krishna sta parlando delle Sue vibhuti. Vibhuti significa opulenza. Arjuna è un'opulenza, e Sankara pure. L'albero Pipal è un'opulenza, e anche le gava, le mucche, ma essi non sono Krishna stesso. In questo modo, molte cose e personalità rappresentano l'opulenza di Krishna, cose che Gli sono molto vicine e care.
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